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mercoledì 1 agosto 2007

IL MIO MONDO PER GLI ALTRI

Sono nato il 9 Ottobre del 1981, in un momento che viene definito dagli studiosi della cosiddetta società come periodo di forte espansione dell'economia. L'inizio degli anni 80 è considerato un periodo positivo perché non c'erano guerre importanti, le differenze tra quelle che erano chiamate classi sociali si stavano gradatamente affievolendo e le cose più importanti per le popolazioni occidentali sembravano essere la capacità di fare soldi e gli oggetti “di marca”.
Sono nato all'alba della globalizzazione, quando la televisione aveva sette od otto canali in tutto, i cellulari erano fantasie ed internet lo usavano solo nelle basi militari. Sono nato quando la nazione non era più vista come qualcosa di così importante, era l'economia a fare da padrona.
Quando sono nato la pubblicità ed il marketing avevano più importanza dei prodotti, i vestiti e le scarpe erano di moda per un anno, praticamente nessuno era contento di studiare latino e greco e tutti si improvvisavano giocatori di borsa, economisti e “self-made men”.
Quando sono nato la mia religione era roba da vecchi e bambini anche per chi ci credeva. Sono nato quando è stata scoperta una nuova malattia come l'aids. Sono nato quando non si drogavano i parlamentari, chi usava la droga era un drogato, un eroinomane che viveva ai margini della società e che andava incontro a morte prematura. Sono nato quando l'arte contemporanea era oggettivamente priva di qualità, quando la musica più ascoltata nel mondo era quella Americana e quando i ragazzini, se se non giocavano a calcio, stavano per la maggior parte a sedere davanti ad un computer a vedere Super Mario che spaccava mattoni con i pugni. In televisione c'erano solo persone da un italiano impeccabile, il telegiornale c'era solo due volte al giorno (ma diceva la metà delle stronzate) e la cosa più pornografica che si poteva vedere erano due tette nude a colpo grosso.
Negli anni precedenti le persone avevano abbandonato in gran numero la campagna e si erano trasferite nelle città, che sembravano essere il paese dei balocchi. Le città in effetti offrivano di più, era però ingiusta quell'idea tanto negativa del contadino, visto come qualcosa di vecchio, di superfluo, di stupido e contro al progresso, quello stesso progresso che portava le fabbriche ad ingrandirsi e ad assumere sempre più operai con mansioni sempre più semplici.
Il valore al quale si ispiravano molte persone era quello della famiglia felice americana (magari un po' più fine) attirati da una bella professione
e dall'idea di crescere due o tre figli.
Il governo del nostro paese teneva botta e riusciva a stare di pari passo al resto del mondo “occidentale”, mantenendo un buono sviluppo tecnologico, riuscendo ad offrire un senso di libertà e di giustizia apprezzabili e cercando di aiutare quelle persone che venivano considerate dentro alle cosiddette “fasce deboli”; in altre parole, tra socialismo e democrazia cristiana, siamo stati governati da furfanti con un po' di testa e di cuore.
In questo clima di espansione sono cresciuto: espansione economica, espansione mediatica, globalizzazione del mondo.
Questo è quello che posso dire della mia epoca, questo è quello che può considerarsi “il mio mondo per gli altri”.
Tutto ciò avrà anche influenzato la mia vita, la verità è però che di queste cose io non me ne sono nemmeno accorto, perchè la vita di ognuno è legata al quotidiano e gli eventi più importanti sono spesso talmente personali da non essere nemmeno capiti dagli altri.

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