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martedì 8 marzo 2011

Pollicino

La mia fiaba preferita.
Ecco su internet ci sono tante versioni differenti.

Ecco grossomodo il riassunto di come mi raccontava mia madre.
C'era una volta un bambino di nome Pollicino, che era l'ultimo di sette fratelli.
Pollicino era un bambino piccolo ed intelligente e viveva assieme ai suoi genitori nel bosco.
Il babbo faceva il tagliabosco e la mamma si occupava delle faccende di casa e vivevano serenamente giorno per giorno.
I genitori si trovavano in un periodo di grande carestia, non avevano nulla da poter mangiare, e pativano la fame.
Un giorno i genitori presero una decisione terribile, dopo diverse considerazioni, capirono che non potevano più mantenere i figli e che piuttosto che vederli morire di fame, avrebbero preferito abbandonarli nel bosco.
Palavano sottovoce tra loro esternando i loro sentimenti, senonchè Pollicino sentì il loro dialogo.
- Non possiamo andare avanti così marito, dobbiamo trovare una soluzione
- Ma aspettiamo ancora, forse la situazione migliorerà. Rispose lui, ma subito la moglie disse:
- Abbiamo già aspettato troppo a lungo, i bambini si lamentano sempre, non abbiamo altra soluzione che quella di abbandonarli, oppure li dovremo vedere morire davanti ai nostri occhi.
- Va bene, domani li porteremo nel bosco con la scusa di giocare e li abbandoneremo là.
Così il giorno dopo il tagliaboschi e la moglie accompagnarono i figli in un posto sperduto, ma Pollicino, ebbe l'idea di fare cadere un sassolino ogni qualche passo, per poter ritrovare la strada di casa.
Giunta la serà, con grande dispiacere, convinti però in ciò che stavano facendo, il padre e la madre tornaron a casa.
I bambini che stavano ancora giocando, dopo qualche tempo si preoccuparono e chiamarono a squarciagola il papà e la mamma, che però non potevano sentirli perchè erano tornati indietro.
Pollicino a quel punto disse ai fratelli d seguirlo perchè aveva tracciato coi sassolini una via per tornare a casa. Fù così che i fratelli lo seguirono e tornarono dai loro genitori.
- Dove eravate stati bambini?
- Ci eravamo persi,
risposero i fratelli.
Nel frattempo un cliente del tagliaboschi era riuscito a pagarlo e con il ricavato vissero assieme per un'altra settimana, quando il problema si ripresentò.
Questa volta Pollicino non riuscì a raccogliere i sassolini in tempo e l'indomani quando ricevette, come i suoi fratelli, un pezzo di pane per merenda, decise di spezzare il pane e fare cadere le briciole per ritrovare la strada, mentre i genitori li accompagnavano in quella gita; proprio come aveva fatto cadere i sassolini.
Giunti a giocare nel bosco i genitori sparirono nuovamente. Questa volta quando Pollicino disse ai fratelli di seguirlò notò che le briciole erano sparite: gli uccelli le avevano mangiate.
Disperati per la situazione si rifugiarono su di un albero per passare la notte. Pollicino notò una luce lontana e pensò che là poteva trovare rifugio per la notte e chiedere qualcosa da mangiare.
I fratelli, seguendo Pollicino, camminarono a lungo, seguendo la luce, e si ritrovarono così davanti ad una grande casa, dalla quale finestra trapelava la luce che vedevano da lontano.
Bussarono alla porta.
- Chi siete?
Rispose una donna affacciandosi alla finestra.
- Siamo dei bambini che hanno perso i genitori, cerchiamo un riparo e qualcosa da mangiare.
La donna disse : - Non sapete che questa è la casa dell'Orco? Io sono la sua serva e vi posso dire che vi conviene andarvene da qua.
I bambini continuarono:
- Ma abbiamo fame e sete, e se staremo qua fuori moriremo di freddo.
Così la donna mossa da compassione li invitò ad entrare e offrì loro un piatto caldo, mettendoli in guardia:
- State attenti però, se arriva l'Orco dovrete nascondervi
L'Orco non tardò ad arrivare, entrò in casa si sedette e chiese alla serva:
- Serva cosa mi hai preparato oggi?
- Un capretto arrosto, mio signore!
L'Orco divorato il capretto chiese se c'era dell'altro, e ad una risposta negativa si alzò in piedi ed esclamò:
- Ucci Ucci, sento odor di Cristianucci, O ce n'era o ce n'è stato, o ce n'è di rimpiattato.
E scoprì i fratelli nascosti dietro a dei vasi (o sotto al tavolo non ricordo).
- Ahhh siete qui!!! Credevate di potervi nascondere a me, ma vi sbagliavate, domani vi mangerò tutti quanti.
L'Orco chiuse la porta di casa a chiave e aspettò la notte per ucciderli.
Ora, risulta che l'Orco avesse sette figlie una più brutta e cattiva dell'altra, che vivevano nella sua casa ed erano già andate a dormire da tempo.
Siccome l'Orco era ricco e potente, faceva indossare alle figlie delle corone, perchè le considerava delle principesse e lui si credeva il re del bosco.
Pollicino temendo per la sua vita e quella dei fratelli ebbe l'intuizione di sostituire il suo berretto e quello dei fratelli con le corone delle principesse, e disse ai suoi fratelli di andare a dormire vicino al letto dell'Orco.
Così l'Orco giunta la notte, quando era buio e non si vedeva nulla, si alzo dal letto, prese un coltello e si avvicinò ai sette fratelli, tastandoli si accorse delle corone e credette che fossero le sue sette figlie.
Poi andò dalle figlie e sentendo i berretti di lana le uccise nel sonno, una ad una.
Quando al mattino si accorse di quello che aveva fatto, Pollicino ed i figli erano già scappati dalla finestra.
L'orco urlò in preda all'ira.
- Serva! Dammi i miei stivali dalle sette leghe!
La serva consegnò all'Orco i suoi preziosi stivali, che erano stivali magici. Potevano calzare bene a chiunque li indossasse e consentivano di camminare a balzi di sette leghe per passo.
L'Orco iniziò a correre per tutto il bosco e non si accorse che i fratelli stavano nascosti tra i rami di un grande albero. Così stanco per tutto quel girare, si addormentò proprio sotto a quell'albero.
Pollicino così scese dall'albero, e si calzò gli stivali delle sette leghe, mentre l'Orco dormiva. A quel punto, Pollicino mandò i suoi amici nella direzione di casa che aveva intravista dall'albero quando ancora c'era il sole.
Lui invece, si recò a casa dell'Orco e bussò alla porta:
- Aprite aprite, presto!
- Che succede? Rispose la serva.
- L'orco è stato rapito da dei briganti, mi ha consegnato i suoi stivali perchè potessi correre da voi e farmi consegnare un grosso riscatto, altrimenti verrà ucciso.
La serva gli consegnò l'intero contenuto del forziere dove erano contenuti tutti i suoi averi e lasciò andare Pollicino.
Pollicino in pochi istanti balzò a casa dei genitori con il forziere, mentre l'Orco tornava verso casa sua.
Entrato l'orco, la serva gli corse incontro:
- Meno male che vi hanno liberato signore!
- Di cosa parli vecchia?
- Dei briganti che vi avevano rapito, è venuto qua il ragazzo con i vostri stivali e gli ho subito consegnato il forziere perchè temevo per la vostra vita.
- Cosaaaaaa??????
L'Orco non ci vide più dalla rabbia e gettato l'ultimo gridò gli scoppiò il cuore e morì.
Nel frattempo Pollcino era di nuovo con la sua famiglia e disse:
I nostri problemi sono finiti, siamo diventati ricchi, e possiamo vivere senza più carestia.
E vissero tutti felici e contenti.


Ci sarebbero mille considerazioni da fare sulla fiaba, che ha diverse versioni.
In una Pollicino si chiama Tredicino ed ha dodici fratelli, in altre versioni la storia è completamente diversa e i genitori non vogliono che Pollicino ed i fratelli si perdano nel bosco.
Innanzitutto si può analizzare il perchè dei genitori e soprattutto della madre, che avrebbero voluto abbandonare i figli. Questo anche considerato che effettivamente la prima volta hanno visto che poi con la provvidenza o comunque coi soldi di un cliente, sono riusciti ad avere da mangiare per altro tempo.
In secondo luogo, se è giusto che i genitori ingannino i figli, pur convinti di farlo a fin di bene.
Ci sarebbe da chiedersi se Pollicino sia stato stupido ad usare il pane che aveva per merenda come metodo per tracciare il sentiero, a differenza dei suoi fratelli che se lo sono mangiato.
Si può riflettere sul fatto che forse se i genitori non avessero scelto di abbandonarli, non sarebbero nemmeno diventati ricchi, e sul perchè le sette figlie dell'Orco possono essere scambiate per i sette fratelli, soltanto perchè non portano la corona.
Ci si può domandare come mai l'Orco che mangia bambini dica cristianuzzi, e come mai fosse così ricco, oppure perchè la serva pur sapendo che il suo padrone è malvagio, lo servisse ugualmente.
Ci si può anche chiedere se è giusto che Pollicino avesse derubato l'Orco, e che poi viva in agiatezza con soldi rubati.

Ma la morale di Pollicino è morale popolare. Ci sono i ricchi cattivi che uccidono i bambini e coprono di doni le figlie.
L'eroe, che origlia i genitori sapendoli non del tutto buoni, che usa la mente e preferisce il digiuno pensando ad un metodo per restare in vita e sa scampare dall'assassino, raggirandolo e truffandolo.
Poi c'è la serva che si limita a servire al di là del fatto che il suo signore sia cattivo.
Infine ci sono i genitori, che per decidere sui figli non raccontano loro la verità.
La morale è in effetti quella della mente lucida che vince su tutto, che supera la provvidenza e la cattiveria.
Quello però che sarebbe interessante capire, è il seguito di Pollicino.
Personalmente se avessi raccontato io la favola di Pollicino avrei detto che il Boscaiolo e sua moglie, lasciando la casa e andando a cercarsi un posto con meno carestia dove vivere, avessero smarrito i figli, che poi avrebbero incontrato l'orco.
Magari l'Orco resosi conto poi che aveva ucciso le figlie solo perchè ingannato dalle corone, avesse capito che dava più importanza ai doni materiali che alle figlie per come erano, e ravvedutosi, avesse donato il suo tesoro a Pollicino. O semmai fosse rimasto cattivo, avrei preferito che Pollicino invece di rubargli stivali e tesoro, l'avesse ravveduto o se proprio, lo avesse convinto a farsi un altra vita, in cambio di oro come consulenza ;)

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