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mercoledì 26 settembre 2012

Spazio e tempo

Mi sono ritrovato in mano "Il giornale" che acquista mia madre con una pagina evidentemente acquistata da tale Sig. Giordano Serafin che si intitolava "Proposta di una nuova metrica dello spazio-tempo).
Ora, premetto che io sono ignorante in materia sia di fisica Einsteiniana sia di fisica quantistica, però ho notato che la prima parte del suo trattato riporta considerazioni sul quale anche io mi sono soffermato più volte.
La relatività del tempo mi ha sempre stupito, ed ho sempre intuito che il comportamento ed il ritmo di vita di una persona è influenzato dalla sua propriocezione che è correlata ai suoi pensieri ed alla sua propensione verso un evento od un oggetto od altre persone.
Mi spiego meglio: se passi il tempo a ragionare sopra i massimi sistemi per afferrare quei concetti, se ci vuoi ragionare sopra e se non già li conosci o non vuoi prendere acriticamente per buoni i postulati canonici, è necessario dilatare la propria percezione del tempo.
Questo perchè ogni concetto per essere veramente elaborato, metabolizzato ed interiorizzato, credo abbia bisogno di un certo quantitativo di immedesimazione. Così uno può più velocemente apprendere qualcosa di pratico rispetto a qualcosa di teorico, a meno che la teoria non rispecchi perfettamente la sua essenza (la sua forma mentis, il suo carattere, la sua visione del mondo), oppure, a meno che uno non riesca ad immedesimarsi nell'autore di quella teoria attraverso una loro empatia.
Mi pare di ricordare che anche gli antichi Greci considerassero importante immedesimarsi negli attori delle tragedie il più possibile, poichè anche se in parte ciò significava lasciarsi vincere, era il modo migliore per apprendere.
Naturalmente chi è più sensibile è più facilmente in grado di comprendere altri stati d'animo ed altri concetti, ma allo stesso modo può essere più vulnerabile nei loro confronti e più facilmente ingannabile se non ha idee chiare su come vivere la sua vita, o per citare una canzone di Battiato, se non ha un suo "centro di gravità permanente"
Tornando però al concetto di percezione del tempo, io credo che allo stesso modo in cui per interiorizzare alcuni concetti sia necessario dilatare la propria percezione del tempo, sia necessario restringerla per seguire ed apprendere altri concetti quali possono essere lavori dove i dettagli hanno molta importanza, quali ad esempio l'orafo od il gemmologo od il ricercatore che studia i virus, o semplicemente la commessa che lavora all'autogrill e che deve servire 2000 caffè in un giorno senza ribaltarli.
Per l'uomo naturalmente vi sono altre decine di variabili in gioco che influenzano il suo comportamento (cosa crede giusto, quanto è coerente con ciò che crede giusto, come si pone verso gli altri, quanto è estroverso e come valuta gli spazi personali, l'empatia e l'amore, da chi viene fisicamente attratto, cosa gli piace, di cosa ha paura, fino a cosa lo ossessiona) Credo però che se uno potesse estrapolare la sola variabile "percezione del tempo" si renderebbe conto che a seconda della impostazione mentale di ciò che uno vuole fare, di conseguenza i suoi movimenti si modificherebbero, fino ad arrivare ad alterare il respiro, il tono della voce, i battiti cardiaci ed anche i processi di rinnovamento cellulare.
Ora, io non posso dare alcun contributo di natura scientifica alle teorie di Giordano Serafin, magari posso dirgli che i siti web non debbono per forza passare su Google, ma è sufficiente che si scrivano nella barra degli indirizzi, perchè Google è un motore di ricerca che serve a trovare appunto i siti web, ma se lui ha già l'indirizzo, non ha senso passare per Google, o per qualsiasi altro motore di ricerca, ma questa è una sciocchezza, che semplicemente mi fa capire che lui non sia pratico di informatica.
Per il resto credo di condividere con lui alcuni concetti, non so, ma mi pare che quello che lui pone al centro della sua teoria rivoluzionaria sia una condizione di discontinuità dello spazio e del tempo, soprattutto per i fenomeni che riguardano la natura microscopica. Bene credo che questa sua concezione assomigli a quanto mi pare di avere capito a quello che viene chiamato effetto Tunnel, ma qua mi fermo perchè si entra in un campo che io non posso trattare non avendo le basi.
C'è però un concetto che mi preme esporre. Nella sua esposizione si parla del medioevo come di un periodo dove il tempo non veniva calcolato nelle sue frazioni, e si investe Galileo del ruolo di scopritore degli intervalli di tempo brevi, tuttavia tutto quanto riguarda l'antichità e le clessidre non viene menzionato, ed io credo che valutare queste dinamiche possa essere molto più immediatamente utile rispetto al pendolo di Galileo.
Se una goccia cade lentamente da una foglia, si nota che c'è un gioco di forze tra la sua integrità che io chiamerei molecolare e la forza di gravità che la attira verso il basso, perciò a volte non cade progressivamente, ma c'è una specie di ritorno verso l'alto e quindi verso il basso, che chi studia le proprietà dei liquidi immagino conosca bene.
Se noi consideriamo una clessidra, o meglio un orologio ad acqua dell'antichità, come del resto l'etimologia del termine suggerisce, con un foro estremamente stretto che perciò misuri il tempo con il cadere delle goccie, ci troverremo ad avere una somma di secondi trascorsi che risulta dal gioco di forze che si reitera ogni volta che la forza molecolare della goccia ed eventuali interazioni con il contenitore, combattono contro alla forza di gravità del nostro pianeta, finendo per cedere ogni volta a quest'ultima. Ma l'unità di misura convenzionale che viene fissata per il trascorrere di un secondo è relazionata ad una gravità del pianeta terra che resta costante senza in realtà avere alcuna costante naturale, essendo la forza di gravità che esercitano gli altri astri dinamica ed essendo in misura infinitesimale, probabilmente anche la forza di gravità del nostro stesso pianeta variabile.
Ora, nel caso in cui le forze gravitazionali e molecolari in gioco siano in una situazione di quasi equilibrio immagino sia sufficiente una influenza minima, anche di un astro lontano senza stare a scomodare la Luna, per potere portare la situazione a vantaggio di una delle due forze (credo possa applicarsi anche alla goccia contro la gravità del pianeta).
Io credo che più che per una naturale discontinuità tra lo spazio ed il tempo diciamo intrinseca nella natura fenomenica, certi fenomeni possano avvenire in virtù di allineamenti di forze cosmiche od a causa di forze elettromagnetiche artificialmente (da uomo o macchina) indotte poichè questa discontinuità se fosse una proprietà basilare della materia mi porterebbe a non concepire l'esistenza stessa della materia. 

 

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